Vision

 

Immagin50VACinquant’anni dalla fondazione di Villa Angela

 

1964 – 2014

 

Il Clan dei Ragazzi prendeva vita a Catania negli anni ’50, come innovativo Centro di Aggregazione Giovanile, che dalla metà degli anni ’60 in poi ha contribuito, col suo stile fondamentalmente oratoriale, al tentativo della Sanità dell’epoca, di tirar fuori dalle loro case, nelle quali erano ancora tenuti nascosti dalle proprie famiglie, quei ragazzi che allora, nella migliore delle ipotesi, venivano chiamati “subnormali”.

 

 Villa Angela rappresenta così lo sviluppo di una ispirazione di questo Centro di Aggregazione Giovanile, e prende forma prima come Scuola Speciale fondandosi trasgressivamente sul valore dell’integrazione tra giovani “normodotati” e giovani “diversamente abili”, dono e scambio reciproco perchè ciascuno possa arricchire ed essere arricchito dall’altro. Villa Angela, quindi, non è mai stata intesa semplicemente come una struttura residenziale di lungo degenza volta a con-tenere e con-finare la grave patologia psichica per proteggere la società dal pericolo rappresentato dalla follia, ma neanche, né tanto meno, come è un luogo che serve a proteggere dal mondo esterno chi nella società appare più debole.

 

 Villa Angela luogo di curasuccessivamentedefinito, convenzionato ed accreditato dalla Sanità come Centro di Riabilitazione è quindi anche uno spazio in cui è possibile attuare una trasformazione soprattutto qualitativa, e non solo quantitativa, della patologia psichica o della disabilità mentale. Si ha riabilitazione infatti, solo in un luogo di cura aperto e di transito – i cancelli di accesso si aprono alle 6:00 e si chiudono alle 23:00 -, che consenta al soggetto di percepire l’esperienza residenziale in maniera sintonica rispetto al proprio percorso di crescita e orientata alla fiducia verso la vita e il prossimo, e non come un taglio che lo esclude irreversibilmente dal mondo dei cosiddetti “normali”.

 

 Villa Angela non realizza esclusivamente trattamenti terapeutici, condivisi e congruenti con le risorse dei soggetti e delle loro famiglie, ma ogni giorno tenta anche di ri-includere i suoi ospiti all’interno di ambienti abilitanti ed eventi mentali che, assumendo un vero e proprio significato simbolico grazie all’istaurarsi di relazioni affettive da con-dividere in contesti gruppali e comunitari, possano diventare campi esperienziali funzionali alla ripresa di un personale percorso di vita.

 

Tentare di cambiare questa filosofia, che fra l’altro ha ottenuto meravigliosi risultati ne i primi 50 anni di vita di Villa Angela, sarebbe fra l’altro un delitto contro gli artisti che hanno quotidianamente contribuito a questa opera con amore e sacrificio.

 

San Giovanni la Punta, li 5 febbraio 2014                                     Sacerdote Ugo Aresco